Sebbene siano una neoplasia rara (1-13 nuovi casi ogni 10.000 gatti vaccinati), il sarcoma iniezione indotto del gatto può rappresentare un punto spinoso nella comunicazione veterinario-proprietario data la causa di insorgenza: si tratta di una neoplasia mesenchimale maligna (sarcoma) che l’animale può sviluppare in siti di inoculo di agenti che producano una reazione infiammatoria persistente, come i vaccini ma anche altri tipi di farmaci iniettabili o il microchip.
Le sedi più colpite sono perciò le aree del corpo in cui più frequentemente si eseguono tali iniezioni, ovvero la regione interscapolare, toracica e femorale. Tali neoplasie manifestano un comportamento molto aggressivo, con una percentuale di recidiva elevata dopo escissione chirurgica e tasso metastatico più alto rispetto agli altri sarcomi. Con queste premesse, è comprensibile la preoccupazione da parte del proprietario, che vaccinando il proprio gatto ha paura di sottoporlo a questo rischio. Bisogna però tenere conto che il numero di casi sul totale dei gatti vaccinati è davvero esiguo (solo una piccolissima parte dei sarcomi del gatto sono iniezione indotti e solo l’istologia può distinguerli!) e che sarebbe molto più pericoloso e probabile per l’animale contrarre le malattie per cui la vaccinazione può proteggerlo, in particolare la leucemia felina.